IL METODO SUZUKI
CHE COS'È IL METODO
LA FORMAZIONE MUSICALE E LA DEFINIZIONE DEL PENSIERO DIDATTICO
Shinichi Suzuki è morto nel 1998, all’età di novantanove anni, ma come è per tutti i grandi uomini, egli vive ancora per quello che ha donato ad una moltitudine di persone. Migliaia di bambini, in tutto il mondo, se ne stimano circa 250.000 oggi, crescono con la musica, ed attraverso essa vivono esperienze uniche ed irripetibili. Migliaia di famiglie hanno scoperto la gioia di stare insieme, comunicando con un linguaggio universale e personale al tempo stesso. Migliaia di insegnanti, circa 8200 in tutto il mondo, hanno imparato a donare se stessi attraverso le proprie competenze, a regalare il proprio talento per crescere quello di un bambino. Nell’ottobre del 1968, al termine di un suo intervento presso le Nazioni Unite, a New York, Shinichi Suzuki si appellò a tutti i presenti affinché prendessero in considerazione la necessità di una politica mondiale rivolta al corretto sviluppo, all’educazione ed alla cura dell’infanzia.
Oggi, più che mai rievochiamo il suo sogno: “Che la musica renda migliore l’uomo, porti la pace, la gioia di vivere”.
Oggi, più che mai rievochiamo il suo sogno: “Che la musica renda migliore l’uomo, porti la pace, la gioia di vivere”.
Il pensiero di S.Suzuki è racchiuso nei suoi aforismi:
“l’uomo è figlio del suo ambiente” – “si può fare molto se c’è amore” – “se hai un bel suono, hai cuore” – “le corde non hanno anima, esse vivono attraverso quella di chi le fa vibrare” – “non c’è bambino senza talento, tutto dipende dall’educazione” – “l’arte esprime l’uomo”.
Infine la sua speranza espressa quasi come un atto di fede: “che la musica possa rendere migliore l’uomo, gli dia la pace, la gioia di vivere”.
Questi sono i valori che stimolano gli insegnanti Suzuki ma anche tutti quelli che credono nell’educazione attraverso la musica come mezzo di rinascita morale e spirituale.
“l’uomo è figlio del suo ambiente” – “si può fare molto se c’è amore” – “se hai un bel suono, hai cuore” – “le corde non hanno anima, esse vivono attraverso quella di chi le fa vibrare” – “non c’è bambino senza talento, tutto dipende dall’educazione” – “l’arte esprime l’uomo”.
Infine la sua speranza espressa quasi come un atto di fede: “che la musica possa rendere migliore l’uomo, gli dia la pace, la gioia di vivere”.
Questi sono i valori che stimolano gli insegnanti Suzuki ma anche tutti quelli che credono nell’educazione attraverso la musica come mezzo di rinascita morale e spirituale.
Shinichi Suzuki venne a studiare violino in Germania negli anni '30 e questa esperienza fu fondamentale sia nell'ideazione sia nello sviluppo del metodo di apprendimento musicale.
Studiò con Karl Klingher, un allievo di Joachim ed un affermato violinista e insegnante tedesco dell'epoca. Il suo obiettivo venendo in Europa era ben più ampio rispetto al solo studio del violino; egli era venuto per una ricerca: comprendere il reale significato dell'Arte. Il risultato di questa ricerca fu più tardi riassunto in un breve poema, del tipo che egli amava comporre: "l'Arte non è qualcosa che sta sopra o sotto di me, l'Arte è legata con la mia essenza più profonda". Intanto in Germania Suzuki divenne intimo amico di Albert Einstein. E' anche importante tenere presente che egli appartiene alla stessa generazione di Maria Montessori e Jean Piaget. Ovviamente, le nuove idee sull'educazione dei bambini erano nell'aria quando egli era in Europa. Il metodo Suzuki probabilmente non sarebbe mai esistito se Shinichi Suzuki, un "gentlemen" giapponese con un alto istinto musicale e morale, non fosse venuto in contatto con l'ambiente culturale europeo. |
E' un fatto che il repertorio appreso dagli studenti del metodo Suzuki, dai pezzi più semplici fino ai brani da concerto, si rifà interamente al patrimonio compositivo classico dell'Europa, principalmente Germania, Italia e Francia. Nel suo libro, S. Suzuki spesso fa riferimento a Pablo Casals e ad altri artisti esecutori europei come modelli per gli studenti, da studiare ed emulare. Il metodo Suzuki è spesso inquadrato nel mondo occidentale come un processo di apprendimento "per imitazione" e questo è spesso indicato in modo critico.
Haydn stesso insisteva molto sull'imitazione come metodo di apprendimento per giovani compositori. L'imitazione è un processo di apprendimento che non può essere messo in discussione nei primi stadi dell'educazione (ciascuno di noi ha appreso il linguaggio parlato tramite l'imitazione dei genitori). Dovremmo essere grati a questo musicista e didatta giapponese, morto all'età di 99 anni nel 1998, poiché attraverso la sua ammirazione e studio della cultura europea, ha messo a disposizione dei bambini piccolissimi, i mezzi per imparare ed apprezzare la musica e la possibilità di sviluppare i loro talenti naturali fin dalla prima infanzia. "Le corde non hanno anima, esse vivono attraverso quella di chi le fa vibrare." - S. Suzuki |